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se cerchi poesia sei nel posto sbagliato😁

sabato 1 ottobre 2022

Esco a fare un giro in bici: miniviaggio in Lombardia

 Dopo tre anni di stop neanche troppo forzato ho deciso di riempire di nuovo le borse laterali e fare un piccolo viaggio in bicicletta poco lontano da casa. Mi  sono portato dietro l'attrezzatura per campeggiare anche se non sono così pratico e qualche cosa di meno estivo perchè l'autunno è alle porte. Immancabile l'abbigliamento per la pioggia, perchè non si può mai sapere, e il giorno della partenza avevo con me anche quasi tre chili di cibo.

Lo scopo principale era di fare qualche bella salita: quest'estate con la famiglia ho trascorso una settimana in valtellina, dalle parti del passo del Mortirolo (prima o poi ci farò un post😋) e la bici è rimasta a casa. La traccia di questo miniviaggio è stata appunto creata per arrivare al Mortirolo partendo da casa e inserendo anche alcune salite bresciane che non avevo mai percorso. Mancava solo una cosa per affrontare senza timori reverenziali certe vette alpine: l'allenamento !! Ma alla fine più con la testa che con le gambe ho portato a termine quasi tutto ciò che mi ero prefissato.

Le tappe in breve:

20/9/22 - da casa a Idro (BS)

21/9/22 - da Idro (BS) a Edolo (BS)

22/9/22 - da Edolo (BS) a Colico (LC)

23/9/22 - da Colico (LC) a Milano

di seguito qualche foto e una breve descrizione

20 settembre

un evento imprevisto al lavoro mi ha offerto la possibilità di fuggire qualche giorno dalla solita routine e tra le varie possibili mete ho scelto la più semplice dal punto di vista logistico ma la più dura dal punto di vista altimetrico.

Il primo giorno sono uscito di casa con calma sapendo per almeno i primi sessanta chilometri cosa avrei incontrato. Le strade secondarie fino all'interland bresciano le conosco abbastanza ormai 😊😏 ma c'è sempre qualcosa da scoprire, come la villa Mazzucchelli a Ciliverghe di Mazzano in stile neo palladiano, ci sarò passato in parte mille volte ma solo quel giorno mi sono fermato a guardarla

villa Mazzucchelli

Altra strada percorsa piuttosto nota e frequentata è la via gavardina che in sede protetta raggiunge il paese di Gavardo e prosegue oltre fino a Salò. Più avanti si trova l'inizio della ciclabile della val sabbia che mi condurrebbe al lago d'Idro senza grossi sforzi, ma per cercare di allenarmi un minimo ho deciso di passare da Vobarno e le sue frazioni (Degana, Eno e altre che mi sfuggono) facendo una bella salita su strada in buone condizioni di asfalto e in ottime condizioni di silenzio e solitudine.

un'occhiata al lago di Garda

inizio della ciclabile della valsabbia
uno scorcio dietro la chiesa di Eno
rifugio al passo

dei 14 km di salita i primi sei sono piuttosto agevoli ma la seconda parte ha pendenze sopra la media e ho fatto piuttosto fatica ad arrivare ai 1090 m del passo cavallino della Fobbia.

Al passo c'è un bel rifugio dove ci si può rifocillare e dove ho riposato volentieri. Da qui inizia la discesa ma dopo qualche centinaio di metri mi si para davanti una chiesa che occupa tutta la strada e che può essere oltrepassata con una galleria che c'è alla sua destra. Dopo il santuario la discesa diventa molto impegnativa per via della pendenza e delle numerose curve e sono arrivato al bivio per Capovalle col mal di braccia.

santuario di rio secco

 

tenda modello Lidl
lago d'Idro
prima di continuare la discesa verso Idro e la fine della tappa ho fatto anche un breve giro per Capovalle che ho raggiunto dopo un breve tratto in salita. Avrei voluto proseguire e visitare qualcuno dei piccoli borghi della Valvestino, come Moerna, Persone o Arno ma la stanchezza e la paura di fare altra salita mi ha fatto desistere  e lasciata Capovalle ho proseguito in picchiata verso il lago e il camping Vantone Pineta dove con qualche incertezza ho montato la mia tendina sotto lo sguardo distratto di un sacco di turisti stranieri presenti coi loro camper.

dalla spiaggetta del camping all'imbrunire
Tra i servizi offerti c'è anche un ristorante per cui non sono nemmeno dovuto uscire per cenare. 

RIEPILOGO:

92 km totali

6 ore 38 minuti in bici

1252 m ascesa

 

21 settembre

mi sono svegliato all'alba senza mettere la sveglia e nella semioscurità della pineta ho smontato la tenda e a caricato la bici. Non essere un provetto campeggiatore mi fa dilatare questi tempi e per tenda, sacco a pelo, materassino e vestiti vari mi ci è voluto quasi un'ora

l'alba dalla spiaggetta del campeggio

prima di lasciare Idro (su un comodo percorso ciclabile lungolago) ho fatto una doppia colazione al bar del porto


vista da sud

in una mezzoretta in bici con molta calma, sempre con il lago sulla destra e un paio di brevi gallerie ho raggiunto Anfo e poco dopo il bivio per il Baremone.

Non avevo mai fatto questa salita e il fatto che molti la definiscono una delle più belle della provincia ha condizionato il tracciato di questo giorno in sella; sarebbe stato forse più semplice (e non meno bello) passare da Bagolino e dalla piana del Gaver ma erano comunque posti che già conoscevo

ultimo scorcio di lago dopo qualche km di salita




 pedalare su strade come queste in giorni feriali dove il traffico automobilistico è nullo e i ciclisti incontrati si contano sulle dita di una mano è sempre piacevole, anche quando la pendenza media è dell'8,5% per 12 km e non molla mai. I 12 kg di bagaglio però si sono fatti sentire e malgrado l'entusiasmo e la temperatura gradevole (9° C) devo dire che è stata proprio dura.


quasi in cima, dopo i tanti tornanti...

il problema di pedalare in salita nei giorni feriali e fuori stagione per giunta è che il rifugio dove già mi immaginavo seduto a sgranocchiare qualcosa lo puoi trovare chiuso. E infatti era chiuso. Ho mangiato qualcosa comprato in una forneria giù al lago e durante la salita verso il giogo del Maniva mi sono anche dovuto vestire un po' perchè la temperatura di colpo è calata di 5 o 6 gradi almeno.
 
 
Non conoscevo la salita al Maniva da questo versante e me la aspettavo più semplice. Per raggiungere il parcheggio dove ci sono i ristoranti c'è una strada di 9 km molto panoramica e non completamente asfaltata. Il tratto sterrato non è sempre agevole ma in alcuni punti piuttosto sconnesso e con la bici carica l'unico modo per rimanere in piedi  nei brevi tratti in discesa è stato andar piano.
 

Si perchè dal rifugio al passo Baremone dopo i primi chilometri in falso piano si sale al passo della Spina oltre i 1700 m con l'ultimo chilometro e mezzo bello tosto per poi scendere ai 1660 m del passo Maniva.
piazzale al Maniva
sono entrato nel ristorante piuttosto affollato e ho ricevuto una calda accoglienza, era infatti accesa la stufa e dopo poco mi sono reso conto di essere l'unico presente senza felpa, pantaloni lunghi berretta e guanti. Non mi sono reso conto del freddo essendo sempre stato sotto sforzo. Alla fine non mi sono fermato molto, solo il tempo a chi era in cucina di prepararmi un panino col salame e una cocacola da portar via, come l'ultima volta lo mangerò strada facendo.

La salita al dosso dei galli, ben sopra i 2000m e la successiva discesa al passo Crocedomini sono stati invece meno faticosi del previsto, forse perchè questa strada un po' la conoscevo. La temperatura è scesa fino a 1,5 gradi e dal fondo valle salivano le nuvole a formare la "solita" nebbia che c'è sempre quando passo da queste parti.

rifugio di passo Crocedomini
Durante la discesa (quasi tutta sterrata) prendendo una buca ho sentito un forte dolore alla schiena e al rifugio mi sono dovuto fermare più del previsto e fare un po' di stretching e godendomi la meritata pausa a base di caffè e torta ai frutti di bosco.

Dal campeggio al rifugio sono circa 45 km quasi tutti in salita e ho impiegato ben più di sei ore. La tappa non si è conclusa qui ma sono sceso in valcamonica con una entusiasmante discesa di 25 km su asfalto quasi perfetto fino a Breno.

Breno (BS)
ciclovia dell'Oglio poco fuori Breno
un tratto sterrato prima di Malonno
camping Adamello, Edolo (BS)

Per arrivare a Edolo  che dista una trentina di chilometri ho provato a pedalare sulla ciclovia dell'Oglio ma i tratti di saliscendi con forti pendenze poco si addicevano al mio "nuovo" mal di schiena, alla fine sono arrivato a destinazione dopo le 20 pedalando per gli ultimi dodici chilometri sulla comoda statale, che sale inesorabilmente ma in modo meno nervoso della ciclabile. Gentilissimo il gestore del campeggio che è venuto a farmi fare il check in anche se era già buio. Essendo a tre chilometri dal paese quella sera mi sono dovuto accontentare di un'insalata di tonno e un po' di frutta che avevo nelle borse, comunque una cena soddisfacente.

Riepilogo:

105 km totali

9 ore 27 minuti in bici

2608 m ascesa

 

22 settembre:

il giorno del Mortirolo. Mi sono svegliato coi muscoli tutti indolenziti che sarebbero stati un'ottima scusa per rinunciare, ma non sapevo quando mi sarebbe ricapitata l'occasione di passare da queste parti in bici per cui ho deciso di tentare, a costo di salirci a piedi !!

bye bye camping Adamello

Edolo (BS)

Dopo una abbondante colazione al bar sport e aver preso un paio di panini imbottiti dal primo salumiere incontrato per strada ho iniziato la salita costeggiando l'Oglio uscendo da Edolo e dopo alcuni chilometri si trova a sinistra il bivio per Monno dove ha inizio la salita dal versante bresciano. Fare il Mortirolo dal versante valtellinese è per me impensabile anche senza bagagli.
Ma non è stata una passeggiata: poco più di dodici chilometri dove ci sono anche tratti di pendenza dolce, quasi in falso piano, che si alternano a tratti con pendenze atroci e la schiena si è fatta sentire ogni volta che la salita andava oltre l'8%. Non ho contato le volte che mi sono fermato a fare stretching e a massaggiarmi (e tra un massaggio e l'altro ho divorato il primo pane e mortadella 😋 e fatto qualche foto)

il ritratto della salute attorno al nono chilometro

chiesetta di S.Giacomo

alla chiesetta di san Giacomo comunque mancano pochi tornanti anche se forse è il pezzo più duro.

Mi fermerò solo poche volte 😂 prima di femarmi finalmente in cima per la foto al "selfie spot" con una maglietta che trasuda modestia e panini imbottiti.

passo del Mortirolo - 1862 m
Mi godo il panorama mangiando l'ultimo panino. Qualche ciclista ogni tanto arriva in cima, fa la foto e se ne va. Ne ho contati pochi con la bici "muscolare", ormai la maggioranza (da queste parti) ha il motore elettrico (ma forse perchè è un giorno feriale). Ho incrociato anche due cicloturisti che scendevano mentre io salivo.

in cima c'è un riparo con servizi igenici e tavoli da pic nic sul prato

 

Dopo la meritata pausa arriva l'ora di rimettersi in sella. Su spunto preso in rete da altri viaggiatori che l'avevano percorsa ho deciso di scendere dal passo verso Aprica prendendo la strada che va verso Corteno e Trivigno. Una cosa che però non avevo letto in rete è che la strada non parte subito in discesa, ma sale ancora (dolcemente per mia fortuna) fino a sfiorare i 2000 m


cappella con vista presso una malga

 

 

la strada è ad onor del vero molto bella e per molti chilometri si pedala senza perdere quota con una bella vista sulla valle sottostante. Il traffico inesistente se non fosse per una nutrita mandria di vacche che placidamente ritornava (in autonomia a quanto pare) alla vicina malga

 

dopo alcuni tratti di saliscendi ho raggiunto il bivio per Trivigno e dopo un chilometro è iniziata finalmente la discesa

una malga prima del bivio

ultimo tratto in falso piano prima della discesa
primo tratto di discesa fino ad Aprica (1100 m) e da lì sulla statale inaspettatamente poco trafficata fino a Tresenda dove ho trovato e preso il sentiero Valtellina.


 

l'Adda a Tresenda
Il sentiero Valtellina è un percorso ciclabile che collega Bormio a Colico sul lago di Como e costeggia il corso del fiume Adda che in questa parte della valle ha un bel colore che mi ricorda alcuni fiumi visti in Slovenia. E' praticamente impossibile perdersi perchè è perfettamente segnalata e anche per un tratto interrotto prima di Morbegno i cartelli anche sulla statale erano presenti per indicare la via da seguire.

Avevo percorso questo tragitto alcuni anni fa da Tirano in notturna ma di certo non mi ero potuto godere il paesaggio. Avevo pensato di fermarmi dalle parti di Morbegno e la traccia originale avrebbe previsto un'altra salita bella tosta, il passo San Marco, ma strada facendo ho deciso che non era il caso di esagerare, va bene che il ciclismo è anche sofferenza, ma ero pur sempre in vacanza 😊

Tresenda - Colico sono più di sessanta chilometri e ho dovuto pedalare con impegno per arrivare al campeggio prima che facesse buio. Anche stavolta devo ringraziare il receptionist del camping Green Village che mi ha atteso per il check in e le spiegazioni del caso.

arrivo a Colico (LC)
Il camping è fuori paese e per la cena sono andato alla pizzeria PerBacco riprendendo la bici per un tour serale. Una menzione perchè sono stati molto gentili e mi hanno fatto mettere la bici in un luogo sicuro (ho anche mangiato bene!)

Riepilogo:

132 km totali

8 ore 51 minuti in bici

1492 m ascesa

 

23 settembre:

ciao ciao Green Village
Ho lasciato il campeggio dopo aver smontato e riposto nelle borse tutto l'accampamento in meno di mezz'ora, a forza di provarci... ...e dopo aver fatto colazione (che in realtà non mi ha soddisfatto)
La prima decina di chilometri l'ho pedalata lungo il lago
fermandomi ogni tanto per un breve giro in qualche piccolo borgo di cui mi sfugge il nome
malgrado la guardia ho riempito lo stesso le borracce

ma in realtà cercando una via alternativa per evitare l'ennesima salita: tutti i route planner testati mi tracciavano l'itinerario lungo il lago solo fino a un certo punto, poi in ogni caso (tranne che per l'automobile) mi imbarcavano su un traghetto per evitare il pezzo di statale.

Alla fine arrivato a Bellano (dopo aver buttato un occhio sull'orario dei traghetti all'imbarcadero) mi rassegno a fare ancora un po' di salita. Per uscire dal paese ho preso una strada che con pochi tornanti mi porta a una discreta quota con vista.

Evitato lo svincolo per la statale (vietata alle bici) ho proseguito salendo dolcemente su una strada che scoprirò più avanti essere quella che porta in Valsassina... scelta un po' a caso alla fine si è rivelata un'ottima alternativa.

Nei pressi di Taceno infatti scopro l'accesso a un itinerario ciclabile (ciclabile della Valsassina) veramente molto bello che per una decina di chilometri segue il corso del torrente Pioverna, con i massicci delle Grigne che ti osservano dall'alto

ciclabile della Valsassina

formaggeria Carozzi - Pasturo
Da Taceno a Pasturo tutto su ciclabile. A una certa ora la fame si è fatta sentire e quasi alla fine del percorso si passa a fianco a questa formaggeria che vende di tutto e come ogni giorno in questo viaggetto mi sono fatto fare un paio di panini

l'ultimo tratto su provinciale fino a Ballabio e poi giù "in picchiata" fino a Lecco

il matitone - il campanile della basilica di S. Nicolò

piazza Cermenati - Lecco

I panini sono stati consumati su una panchina vista lago col supporto (non solo morale) di un nutrito gruppo di piccioni.
pausa pranzo (lungolario - Lecco)
Ho lasciato la città seguendo un bell'itinerario che costeggia il fiume Adda per molti chilometri tra zone urbanizzate con numerose aree con giochi per bambini...
...e zone decisamente più selvagge


a Paderno d'Adda ultima fatica di giornata con 3-400 metri a spinta per risalire la ripida salita dell'alzaia del naviglio. Poco più avanti il bel ponte San Michele. Da qui inizia la parte più infame di questo mini viaggio, ovviamente per colpa di chi scrive: col senno di poi avrei dovuto seguire il fiune ancora per una quindicina di chilometri per poi raggiungere Milano pedalando lungo la Martesana. Invece stavolta l'improvvisazione non ha pagato e mi sono affidato alle indicazioni del telefono che mi ha fatto fare certamente qualche chilometro in meno ma mi ha fatto attraversare (quasi sempre su ciclabile c'è da dirlo) tutto l'interland milanese col suo notevole bagaglio di trafficom rumore, semafori, tutta roba che gli ultimi tre giorni mi avevano fatto quasi dimenticare.

ponte s. Michele

Quando sono arrivato in piazza del Duomo ero più che mai stressato 😡😡😂😂😂; tra l'altro c'era in città la settimana della moda e il casino era totale.

Avrei avuto un altro giorno di viaggio ma alcune circostanze sfavorevoli, tipo non essere riuscito a contattare il campeggio a Pavia,  il meteo che metteva pioggia il giorno successivo e la comodità di avere un treno ad ogni ora per tornare a casa mi ha fatto prendere la decisione di finire il mio giro in Lombardia proprio qui. Un peccato perchè mi sarebbe piaciuto tornare a casa in bici.

Riepilogo: 

110 km totali

7 ore 50 minuti in bici

1110 m ascesa


10 commenti:

  1. Bellissimo giro e una punta di invidia,io con il mio allenamento non riuscirei a farne neanche un quarto di quel giro:-(

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    1. mah, io in questo breve e duro giro ho scoperto una capacità di soffrire che non pensavo minimamente di avere. L'entusiasmo a volte può fare molto più della gamba.

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  2. bene, bravo
    bisogna tenersi allenati così quando staccheranno la corrente, basta collegà un generatore alla bici e pedalà 3 4 ore al giorno

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  3. complimenti per la testa :)
    bellissimo resoconto. grazie e ciao

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  4. complimenti, un viaggio entusiasmante e coraggioso (giusto una settimana fa ha percorso anch'io il sentiero valtellina che considero la miglior pista ciclabile d'Italia)
    massimolegnani

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    1. Grazie. Sono d"accordo sul sentiero Valtellina. Poco per volta sto scoprendo un paese "ciclabile ".

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