Martedi mattina dopo alcuni mesi mi ritrovavo ad indossare l'abbigliamento da pioggia e piuttosto infagottato arrivavo al lavoro in bici perfettamente asciutto.
Per non rischiare di bagnarlo avevo messo lo smartphone nella tasca interna del giubbino ma una volta nello spogliatoio il telefono addosso non ce l'avevo più.
Sono tornato immediatamente sui miei passi almeno all'interno del mio posto di lavoro, perchè fuori pioveva piuttosto forte e rifare a ritroso (e contromano) la strada fino a casa neanche a parlarne, ma niente telefoni per terra.
E così il primo giorno dello smarrimento l'ho passato chiamandomi al cellulare nella speranza che qualche anima pia rispondesse dopo averlo raccolto chissà dove, ma il telefono continuava a squillare libero ed ha continuato a farlo fino a quando la batteria si è scaricata.
Dove lavoro il rumore non è assordante ma è comunque sopra i limiti di sicurezza e soprattutto è costante per cui è praticamente impossibile sentire un telefono squillare. Questo mi ha dato la quasi certezza che l'avrei trovato da qualche parte in fabbrica, anche perchè a casa non c'era di sicuro, eppure per i successivi quattro giorni ho pedalato lo stesso tragitto senza mai guardare la strada ma con lo sguardo fisso sul bordo, nell'erba alta, nei fossi, tra spazzatura e animali morti, letame e terreni già arati trovandovi un sacco di cose anche bizzarre (un vibratore per esempio) ma mai il mio telefono.
Nel frattempo ho provveduto a bloccare l'operatività dell'home banking e cambiato le password ai vari account, ma mi rendo presto conto che l'assenza di questo coso condiziona la mia routine: il cellulare è la mia sveglia e il mio orologio, il mio portafoglio, la mia banca, il mio green pass, il mio block notes, il mio computer (quindi in parte il mio ufficio) senza contare che chi mi cerca ha solo quel numero ormai muto e irraggiungibile.
Onestamente la sera del secondo giorno di smarrimento avevo già intenzione di andare almeno a prendere una nuova sim da mettere nello smartphone di scorta (un vecchio telefono perfettamente funzionante, che quello che avevo perso mi era stato regalato circa sei mesi fa), ma non so nemmeno perchè invece di andare al centro Tim ho preso il guinzaglio e sono uscito a fare un giro col cane.
Ed ora il finale perfetto: il mio fedele amico a quattro zampe, col suo fiuto infallibile è riuscito a trovare lo smarphone perduto scavando tra le foglie umide a bordo pista ciclabile dopo aver fatto la cacca!
In realtà niente di tutto questo: nella notte tra venerdì e sabato mentre mi ritenevo quasi disintossicato da questa disconnessione forzata ero al lavoro, ho preso una torcia e come un detective della scientifica mi sono messo a cercare nei posti più impensabili e dopo pochi minuti di ricerca ho ritrovato il prolungamento del mio braccio in mezzo a un mucchio di polvere.
Avrei potuto ricaricarlo subito attaccandolo con un cavo a uno dei pc che abbiamo in dotazione e rispondere subito alle chiamate perse, i messaggi non letti e le notifiche a raffica, ma mi sono goduto "lavorando" le ultime ore di disconnessione.
Sicuramente un'esperienza da ripetere, non lo smarrimento del telefono che è stato seppur per un breve periodo un generatore di ansie non richieste, ma la disconnessione dal rumore di fondo che ogni minuto questi smartcosi portano nelle nostre vite.