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giovedì 2 ottobre 2025

Esco a fare un giro in bici: da casa a Trieste (tutto d'un fiato)

Siete mai stati a Trieste ? io mai. E non che si senta parlare tanto di questa città di confine se non per l'importanza del suo porto o (per noi vecchietti) sui libri di storia di una volta  per cui l'avevo inserita tra le possibili mete di uno di tanti viaggi in bicicletta di cui mi piace fantasticare ma che poi non riesco mai a fare, ed è dal 22 ormai che non "esco a fare un giro in bici" serio.

Ma questa volta il mio capo mi ha detto che il suo capo gli ha detto che ho troppe ferie per cui devo trovare "assolutamente" il modo di smaltirle.

E quindi, si va a Trieste e si parte il 4 settembre.

Ma... vi ho mai parlato di un mio (seppur labile) interessamento all'ultraciclismo ? No, e non ne ho mai parlato perchè prima di tutto vado troppo piano, secondariamente non sono allenato e ultimo ma non meno importante ho più di cinquant'anni, ti pare che mi metto adesso a fare certe cose ?

Però in tempi non sospetti (era il 2012 e il mondo doveva finire il 21 dicembre 😂) avevo partecipato con gioia (ma con risultati che.. lasciamo perdere...) ad una 24 ore di mountain bike per dire che il tarlo delle lunghe distanze e delle ore passate in sella è da un po' che mi frulla per la testa.

segue... ...se hai voglia di leggere...

E allora, da casa mia a Trieste in piazza unità d'Italia sono circa 370 km con praticamente nulla di dislivello, se dovessi fare del "cicloturismo rilassato" programmerei almeno cinque giorni di viaggio, ma già per restare nelle corde del Kermit-cicloturista penso che due giorni, massimo due e mezzo bastino.

Ma il tarlo è lì che insiste e lo sa che la ragione resiste, che ha buone scuse tipo che al massimo ho pedalato 207 km ormai ben tre anni fa, che quest'anno solo un paio di volte ho fatto più di cento chilometri (130), che non si affrontano con leggerezza certi impegni che logorano anche fisici ben più giovani del rospo macilento e non ultimo, i miei cari romperanno (e non poco) i coglioni!!

Quindi ? Si va a Trieste, si va piano ma non ci si ferma a dormire, si fa un giro in città e poi si torna a casa in treno.

Nel frattempo però lavoro e non ho tempo per organizzarmi a dovere, il tragitto l'ho già in mente da qualche anno ma provo a far lavorare l'intelligenza artificiale per trovarmi il più breve percorso possibile tra casa mia e Trieste e niente, mi fa passare dalla Toscana 😂😂😂, ho già capito che non mi sarà di grande aiuto e per il momento questi così possono solo far finta di pensare.

Inaspettatamente però mi da una grossa mano per quanto riguarda la gestione di alimentazione e idratazione, qualcosa mi ero letto qua e la ma alla fine mi sono fatto organizzare una tabella su come/quando idratarsi, alimentarsi e fermarsi a riposare per un'uscita generica di ventiquattro ore in bicicletta. La tabella non la pubblicherò perchè non vorrei che qualcuno, copiandomi, si facesse del male 😂😇 ma con è stata davvero utile.

Qui nella foto quello che ho infilato in una delle borse e che ho trangugiato nelle successive ore in bici. L'acqua è una sola bottiglia ma l'ho presa solo di scorta nel caso non trovassi fontanelle, mi servirà soprattutto di notte, nelle altre due bottiglie di plastica (e nella borraccia blu) tre litri di bevanda isotonica fatta in casa (QUI la ricetta), nella borraccia termica acqua e sali per le ore più calde (col senno di poi ce ne sarebbe voluto il doppio, ma vabbè). C'è inoltre una sola banana ma ne ho comprate altre tre strada facendo, mentre di roba "particolare" ci sono i tre gel di carboidrati al gusto limone, due barrette energetiche e una bevanda proteica per il recupero (da bere alla fine). Nel mucchio oltre a biscottini vari e cracker ci sono diversi panini con una dose mostruosa di marmellata, due etti di arachidi tostate, dei pezzi di grana padano come ulteriore  riserva di energia e del riso freddo col tonno da mangiare come primo pasto mentre per cena ho deciso di mangiare qualcosa  in giro. La colazione, tre ore prima della partenza, con caffè (non previsto dalla tabella ma io non vivo senza) yogurt, cereali e un paio di panini con la bresaola.


Nell'altra borsa metto una giacchetta per la pioggia, il giacchetto catarifrangente, una maglia più pesante per la notte e le calze (di giorno pedalo coi sandali a piedi nudi), sacco a pelo e materassino perchè se non dovessi farcela voglio comunque dormire comodo 😂 e l'abbigliamento per il ritorno in treno oltre a un pantalone con fondello di ricambio e il necessario per lavarsi. Chi mi vede in giro con quelle due borse gonfie penserà che starò via due settimane 😅. Altre cose fondamentali l'illuminazione, per il retro ho due fanali che se si scarica uno accendo l'altro mentre per il frontale so già che il piccolo fanale non terrà per tutta la notte per cui in una piccola borsa ho un capiente power bank da 26000 Ah con cui potrò ricaricare più volte anche il Garmin Edge che uso per registrare la traccia e lo smartphone. Il percorso alla fine l'ho tracciato con Komoot e userò direttamente quest'applicazione per navigare fino a Trieste.

prima foto poco dopo la partenza da casa
Il garmin, oltre a registrare la pedalata, l'ho impostato con un promemoria che suona ogni 15 minuti per ricordarmi di bere e mangiare e non è così scontato che io me ne ricordi. Se voglio arrivare in fondo mi devo obbligare a bere e mangiare anche poco e anche se non ho fame e sete. E anche le pause sono obbligate e non dovrò aspettare di essere stanco per fermarmi quei dieci o venti minuti ogni 2/3 ore. Ultimo obbligo: andare piano e non strafare all'inizio altrimenti non si arriva, ma per questo non ho promemoria o sensori e mi devo affidare alla testa.

Un secondo promemoria suonerà ogni ora per ricordarmi di fare una foto 📷 ma questo non è obbligatorio 😂.  E nelle prime tre ore meravigliose foto di cartelli stradali testimonieranno il mio passaggio da lì 😅😅😅

Verso le 13 una breve pausa per sgranchire le gambe sul ponte visconteo che porta a Valeggio sul Mincio con vista su Borghetto.

Borghetto sul Mincio (VR)


Dopo una breve salita ho oltrepassato l'abitato di Valeggio sul Mincio e dopo Villafranca ho pedalato su un inaspettato e bel itinerario ciclabile asfaltato che attraversa la campagna a sud di Verona nella quiete più assoluta (e assolata 😥😁). Altra sorpresa per me che non conosco la zona sono i campi coltivati a frutta per chilometri, di certo meno noiosi delle distese di granoturco delle mie parti.

Arrivato nel comune di Zevio cerco una panchina all'ombra e la trovo a santa Maria in una piccola piazzetta che si sta preparando ad una sagra di fine estate. Sono le 15 e credo sia ora di fare una pausa più lunga e un pasto più sostanzioso. Fa piuttosto caldo e il riso freddo si è scaldato 😂

pausa, quando ci vuole bisogna farla bene

 

 

Dopo pranzo ho costeggiato in parte l'Adige su bella sterrata arginale e ho proseguito sempre su strade secondarie fino a dopo l'abitato di Spessa dove imbocco la bella ciclabile Treviso-Ostiglia alle 17.30 dopo circa 125 chilometri pedalati

 
 
continuo con le foto dei cartelli ad ogni ora 😆
accesso alla Treviso-Ostiglia dopo Spessa
 
La ciclabile è ricavata da una vecchia ferrovia dismessa e riadibita a percorso cicloturistico e non è raro trovare vecchie stazioni abbandonate o recuperate ad uso abitativo.
Sossano... stazione di Sossano !!

Se devo trovare un difetto a questo tratto, io ogni tanto avrei piazzato un paio di panchine e qualche fontanella. Sulla ciclabile arriva il tramonto e l'ora di cena,



E un insegna stile "campo di concentramento" mi informa dell'ingresso in provincia di Padova😂😂
trovo questo cartello decisamente inquietante

Dopo 160 km, con la luce del sole quasi del tutto assente ho deviato dalla ciclabile per cercare un posto dove mangiare nella bella Piazzola sul Brenta, cittadina incantevole di cui si sente parlare un gran bene qui su Blogger 😉 (quando leggerai questo post "blogredire" capirai perchè il 4/9 ero disponibile a mangiare una fetta della torta di mele 😂😂😂). Mi sono accomodato su un tavolino della pizzeria Hugo dove ho consumato una buona pizza e ho fatto più di un ora di pausa.
 
Poco dopo le 21 riparto. Fino a qui ho dosato le forze nel modo corretto, mi sono riposato e rifocillato in modo maniacale, il morale è alto, le gambe girano senza dolori e il culo non chiederebbe una poltrona diversa dalla mia Brook's. Pedalo nel buio per un paio d'ore ancora sulla Treviso-Ostiglia con l'unico pericolo di finire contro qualche ramo caduto o schiacciare qualche animaletto indifeso.
 
Mollo definitivamente la ciclovia (che se avessi seguito fino a Treviso avrebbe aggiunto qualche chilometro al totale) e attraverso piccoli e grandi centri sempre su ciclabili cittadine o extraurbane. Quando non c'è una ciclabile comunque il traffico è sempre trascurabile. A Trebaseleghe ci sono le giostre in piazza e un discreto movimento ma quando arrivo a Mogliano Veneto sono già (quasi) tutti a dormire.
Raggiunto Quarto d'Altino finisco sulla ciclabile del Sile, un single track in riva al fiume dove a separarmi dal suo corso c'è solo qualche alberello, col buio penso sia più sicuro l'asfalto in certi punti.
 

Da Pontegrandi c'è sicuramente uno dei tratti più belli (che non ho visto per il buio 😎😂) di questo itinerario, un tratto ciclabile con vista (?!) sulla laguna. Di bello c'è almeno la luna piena a farmi compagnia e a rischiarare un po' il cielo.

La riviera lagunare termina a Caposile dove passo un ponte di barche dopo le 2 del mattino, malgrado la brezza marina non sento freddo, indosso solo i manicotti e il gilè rifrangente ma sento i piedi bagnati dall'umidità per cui prima di Eraclea mi fermo nella piazza di un paesino per vestirmi meglio e riposare un po'; i chilometri percorsi in questo momento sono 244, incredibilmente sono ancora allineato alla tabella che mi ero prefissato anche se la media è calata un po' col buio.
ponte di barche a Caposile (VE)
 
 
pausa a Passarella (VE) - look teutonico!!
 
Qui siamo a San Giorgio di Livenza 😂
 
 Verso le 4 parte il primo sbadiglio, mi sarei aspettato di aver sonno prima evidentemente l'entusiasmo fa miracoli. Tra San Giorgio e Latisana ho in programma ancora una pausa che decido di fare a Marina di Lugugnana, su bella panchina in lega leggera davanti ad una chiesetta e con comoda fontanella per riempire le borracce ormai vuote; sono le 5.30 e comincio a vedere i primi esseri umani da un po' di tempo a questa parte che con i loro mezzi si dirigono al lavoro. La panchina è comoda e potrei riposare l'unica parte del corpo che è sempre stata vigile in questa lunga giornata, gli occhi. Li chiudo e dopo poco smetto di sentire il rumore dei motori al vicino incrocio ma sento solo il mio respiro. Dormo venti minuti ed è stato un sonno breve ma ristoratore.
 
verso Lugugnana all'alba
 
Alle 7 arrivo a Latisana. Approfitto di una pasticceria aperta per una ciambella con lo zucchero, un caffè e una rinfrescata in bagno. 295 km fino ad ora.
 
 Da Latisana a Monfalcone pedalo per molti chilometri sulla SS14 che non è per nulla ciclabile, soprattutto all'ora di punta e che considero il tratto più pericoloso di tutto il tragitto. Non ho non ho tenuto conto di questo particolare e quando ho tracciato il percorso ho solo pensato a fare meno chilometri possibili. La cosa ridicola è che piste ciclabili ci sono, un po' mal messe e discontinue, andrebbero solo manutenute e collegate.

ponte a Palazzolo della Stella

Le foto di questo tratto sono poche ed è meglio non farle che basta poco per essere falciati da un camion. Comunque dopo Cervignano e fino a Monfalcone riprendo a pedalare su strade secondarie dove si riesce a stare più sereni.

tratto ciclabile a Monfalcone

 

Monfalcone - Fincantieri sullo sfondo del canale

 Tra Monfalcone e Sistiana c'è qualche chilometro in leggera salita, ma davvero poca cosa anche dopo 350 km; la discesa dopo Sistiana mi immette nuovamente sulla SS14 che da qui fino a Trieste costeggia l'Adriatico; in questa zona ci sono diversi posti per parcheggiare e penso si possa scendere dalla scogliera al mare.

Arrivo al cartello di inizio della città prima di mezzogiorno, comincio a vedere sulla destra i primi lidi e i primi bagnanti che prendono il sole, ho con me il costume ma sarà per un'altra volta 😁



E dopo aver pedalato lungo il porto vecchio raggiungo finalmente piazza Unità d'Italia piena di turisti, molti dei quali appena scesi da una mega nave da crociera. E qui c'è anche la fine di questa pedalata pazza.



Numeri:
 
distanza percorsa = 369.28 Km
tempo in bicicletta = 21h 35' 14''
tempo totale = 26h 29' 24 ''
velocità media = 17.2 Km/h
ascesa totale = +501 m
calorie consumate = 9000 Cal
temperatura min/max = 12/31 °C


Considerazioni finali:

Non mi aspettavo di farcela, ma ce l'ho fatta; non ci sarebbe stato niente di male se mi fossi fermato fuori a dormire. E visto come sono arrivato avrei potuto fare qualche chilometro in più per pedalare in sicurezza.

Comunque un mio amico in 24 ore sarebbe arrivato come minimo a Zagabria per cui continuerò a rimanere umile 😂

Di notte, anche perchè era comunque una notte infrasettimanale, si pedala benissimo e non c'è in giro nessuno soprattutto se si evitano le grandi città; erano dieci anni che non pedalavo di notte; il mio telefono fa delle foto schifose ma di notte è anche peggio; e poi non fa caldo 😉

Ho mangiato due cheesburger da mc donald per recuperare, avrò fatto bene ? boh 😂🍔

A parte un leggero affaticamento generale, l'unico problema fisico rilevante è un leggero formicolio alle dita medio e anulare della mano sinistra che è durato circa quattro giorni dopo l'arrivo.

Uno pensa, vado in stazione prendo tre/quattro treni e sono a casa, ma invece proprio il 5/9 c'è lo sciopero fino alle 18; mi sono dato una rinfrescata e mi sono cambiato e sarebbe andato tutto liscio se un minchione sul penultimo treno non avesse tirato il freno d'emergenza che mi ha fatto perdere l'ultima coincidenza a Brescia per 20 secondi e così, in jeans e maglietta, dopo aver pedalato 370 km e aver dormito mezz'ora su una panchina e mezz'ora sul treno mi sono dovuto fare gli ultimi 25 km in bici fino a casa.

E la prossima ? Se potrò andrò verso Torino, ma se ne parla nel 2026, Qualcuno vuole venire con me ? 😁




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